Le infrastrutture proprietarie e chiuse limitano sia l'accessibilità della ricerca che il suo riutilizzo, impedendo ad altri strumenti di fare ulteriori elaborazioni sulla base dei loro software, dati e contenuti; un esempio in tal senso è Google Scholar. Le infrastrutture aperte, invece, favoriscono il superamento di questo problema e la creazione di un ecosistema di comunitario.
A tal riguardo, una presentazione di Peter Kraker e Maxi Schramm e le mappe della conoscenza aperta (Open Knowledge Maps) di Peter Kraker, insieme alla sua campagna #DontLeaveittoGoogle.
News rielaborata dalla mailing list di OA Italia