Dal Financial Times (12 febbraio 2020):

Di ALEX BARKER E PATRICIA NILSSON

Una tranquilla rivoluzione, in parte guidata da un improbabile gruppo di ribelli - "i bibliotecari con le tasche vuote" - sta travolgendo il mercato da 20 miliardi di dollari dell'editoria accademica, compreso Elsevier, il suo principale operatore.

Quando lo scorso marzo la Florida State University, per risparmiare, ha cancellato il suo "big-deal" per le 2.500 riviste di Elsevier, l'editore ha affermato che la biblioteca avrebbe dovuto sostenere ad ogni modo i costi per la fruizione delle pubblicazioni in "pay-per-view". Gale Etschmaier, decana della biblioteca FSU, con sorpresa ha realizzato che le spese dopo otto mesi dalla cancellazione sono state inferiori ai 20.000 dollari, una cifra significativamente al di sotto di quanto speso con il precedente contratto.

"Elsevier non ha più ripreso con noi il discorso sul 'big deal'", afferma Etschmaier, notando che la FSU aveva effettivamente utilizzato solo un quarto del budget precedentemente destinato all'accordo con l'editore per la fruizione dei suoi contenuti.

I bibliotecari come la signora Etschmaier sono in minoranza, ma fa parte di un gruppo che porta avanti una serie di pressioni sul publisher, che è sul mercato da 140 anni e che pubblica titoli tra cui The Lancet, la più antica rivista medica. Elsevier sta affrontando un profondo cambiamento nel modo di fare business dal momento che molti dei suoi maggiori clienti rifiutano i modelli di pubblicazione tradizionali in quanto finanziariamente insostenibili.

L'editoria Open Access - con l'abbattimento dei paywall per rendere liberi e fruibili a tutti i risultati della ricerca scientifica - sta stravolgendo il modello di finanziamento delle riviste, per volere degli enti regolatori e di alcuni grandi enti finanziatori della ricerca, mentre strumenti online come Sci-Hub catturano sempre più lettori.

L'articolo completo è disponibile qui.

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